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CUS PALERMO

LUTTO: Addio ad Antonio Macaluso, primo presidente Cus Palermo dopo lo statuto del 1954

Il Cus Palermo piange la scomparsa di un suo ex presidente, Antonio Macaluso, tra i protagonisti dei primi difficili anni di attività del sodalizio sportivo universitario e primo presidente dopo la registrazione dello statuto avvenuta nel 1954. All’indomani della guerra il mondo universitario era ancora una galassia di microassociazioni e gruppuscoli, spesso antagonisti. Era il 1947, Palermo era ancora un ammasso di sfacelo e rovine. C’era l’Unuri, l’Unione nazionale universitari rappresentati che raccoglieva le istanze degli sportivi, ma c’era già il Cus, il centro universitario sportivo che si era costituito dissociandosi dall’Unuri. Ma il mondo era popolato di altre sigle come l’Orup e l’Ugi. Sembrano nomi di antibiotici e invece erano il primo mattone del complesso mondo sportivo universitario. L’Orup era l’Organismo rappresentativo universitari palermitani, l’Ugi l’Unione goliardica italiana. Francesco Macaluso, allora studente di Giurisprudenza fu protagonista diretto di quella genesi sportiva. Era andato via dall’Orup per costituire il Cus. Erano tempi duri, di grandi ristrettezze. Non c’era una sede, né mezzi a disposizione. Eppure, nonostante la carenza di fondi, quel Cus, animato da una straordinaria vitalità, centrava già traguardi significativi. Ai campionati nazionali universitari vinse il titolo italiano con la pallavolo e fu secondo nella pallacanestro femminile con Rosa Gristina e Anna Cascio. Il ministro in persona, il democristiano Codacci Pisanelli si congratulò con Macaluso mandandogli un telegramma. E si congratularono anche il presidente del Cusi, Pittanella e il segretario Pio Romani. Archeologia dei ricordi. Macaluso in realtà aveva ricevuto il testimone da Nino Rizzuti, che poi diventerà ufficiale sanitario del Comune. Macaluso si era laureato nel ‘52 e un anno dopo era già allievo dell’Accademia navale. In mezzo ci fu la presidenza del Cus.
Chi c’era in quel Cus? Da quello statuto emergono i nomi dei fratelli Giovanni e Mario Filippone, Lorenzo Purpari, dei fratelli Pitucco, Marcello Barbagallo, Ugo Messina, Fausto D’Elia, Luigi Lentini, Giovanni Polizzi, Nino Davì, Giuseppe Amico, Francesco Romano, Cacace, Bruno Testa, Domenico Ferrito.
Pionieri dello sport, in tutti i sensi. Per fare pallavolo si andava al parterre Garibaldi, il primo impianto del Cus nacque solo nel ’67 con il pensionato e la palestra di via Vesalio. Erano tempi in cui con Elio Oliveri, futuro preside di Ingegneria, ci si ingegnava creando nuovi spazi, erigendo separè e paratie.
Eppure, pur navigando nelle ristrettezze non mancavano i colpi gobbi, stile “Amici miei”, ai danni dei vecchi compagni delle altre organizzazioni sportive universitarie. Macaluso ricordava divertito quando ci fu la scissione e si presero un lusso impensabile per quei tempi. Erano tempi in cui era già difficile partire in treno, negli scompartimenti di seconda classe. “Noi invece ci prendemmo il lusso di far partire la squadra di pallacanestro in aereo. Ci fu chi gridò allo scandalo
Anni difficili, ma animati da un grande fervore. Con Dante Martino, presidente della Fidal si ebbe il primo salto di qualità nell’impiantistica. Dopo la costruzione delle curve allo stadio della Favorita, si rese necessaria l’abolizione della pista d’atletica. Gli atleti furono sfrattati e rimediarono alla meno peggio al campo militare Giannettino, nei pressi della Fiera. Lì rimasero fino a che Martino riuscì a concentrare gli sforzi per la realizzazione dello Stadio delle Palme, nel 1956.,
Con uno stadio tutto dedicato all’atletica. Macaluso aveva 89 anni ed era papà del nostro collaboratore Francesco.

Mario Pintagro

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