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CUS PALERMO

FUTSAL MASCHILE C1: Due rigori e due rossi nel finale beffano il Cus a Mascalucia

Il Cus Palermo passa dalla gioia per un 3-0 in trasferta sul campo del Mascalucia a fine primo tempo, all’amarezza per un 5-3 arrivato con due rigori, ciascuno dei quali accompagnato da un rosso, prima a Giambona, poi a Termini. Dinamiche strane.
Partenza lampo degli uomini di Toti La Bianca, che vanno a segno dopo 10 secondi. Calcio d’inizio, azione manovrata rapida e gol di Termini. Il Mascalucia sembra stordito e Blandi raddoppia al 7′. Il Cus non si ferma ed in ripartenza trova il tris, ancora con Termini, per il 3-0 al 18′. Gli universitari rientrano in campo con l’inconscia senzazione di aver già vinto ed i padroni di casa partono così come aveva fatto il gruppo di La Bianca ad inizio gara. Due gol identici, taglio sul secondo palo a cambiare gioco, uomo libero e palla comodamente in rete. Dopo sei minuti della ripresa è 2-3. Incredibilmente il 3-3 è frutto di un altro taglio orizzontale ed ormai lo stato emotivo dell’incontro è completamente ribaltato. Nel finale arrivano i due episodi arbitrali che faranno discutere in settimana. Due rigori, due rossi, entrambi per fallo di mano su battuta a rete. Episodi già rari singolarmente, due in pochi minuti, passando dal 3-3 al 5-3, ancora più strano.
Il primo rigore e rosso va a Giambona, che respinge un calcio di punizione sulla linea. Braccio attaccato al corpo o meno, per i direttori di gara non ci sono dubbi. E’ il 4-3 locale ed il Cus si riversa in avanti, ripartenza, Raccampo (che ha sostituito l’assente Misuraca) viene saltato con la suola, Termini salva sulla linea, episodio apparentemente pulito, ma è ancora rosso e rigore. Il finale è di 5-3 Mascalucia.
Questa sconfitta dovrà essere benzina sul fuoco delle motivazioni per il Cus Palermo. Le assenze di Cassata, Termini e Giambona rappresentano uno scoglio molto duro da superare, ma il gruppo è da sempre la forza del Cus Palermo. A quattro giornate dalla fine nessuno vuole concludere il campionato con qualcosa che non sia una salvezza diretta, in primis questi ragazzi che hanno superato pregiudizi e scetticismo. Adesso è il momento di restare uniti e lavorare tutti insieme. C’è un traguardo da conquistare, da meritare, che si chiama salvezza.

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